Poche sono le domande che ogni uomo si pone nella sua vita: è nata prima l’uomo o la gallina? Da mangiare Giapponese o Cinese? Belen Rodriguez o Michelle Hunziker?

Oggi noi, in qualità di massimi esperti, cercheremo di rispondere a una domanda che tutti i videogiocatori appassionati dei giochi di calcio si pongono ogni settembre: PES o Fifa? Per affrontare questo dubbio amletico ci serviremo di alcuni parametri; alcuni di essi saranno puramente oggettivi mentre altri soggettivi ma il nostro obiettivo sarà quello di andare ad analizzare i due titoli per permettere ai lettori, poi, di scegliere il proprio preferito. Allacciatevi le scarpe, stanno per iniziare i 90 minuti più caldi della stagione.

 

Questa è la storia di uno di noi
Le modalità di PES…
I terreni di gioco non sono la sola cosa che interessano nei titoli di calcio. Le modalità presenti sono altresì importanti, perché rappresentano il motivo per il quale una persona tiene il naso attaccato lo schermo il più tempo possibile. Come visto nelle nostre recensioni i due titoli, da questo punto di vista, non scherzano affatto. PES 2017 rimane ancorato al passato; Konami ha incentrato i propri sforzi più sul migliorare il gameplay (come analizzeremo dopo) e meno sul proporre qualcosa di nuovo rispetto gli scorsi anni. Oltre ai vari tornei disponibili, grazie alle licenze UEFA che permettono lo svolgimento di UEFA Champions League ed Europa League con grafiche ufficiali, il titolo della compagnia giapponese ci permette di disputare il classico Campionato Master (la sempreverde “carriera”, con anche la possibilità di utilizzare giocatori sconosciuti e ripartire da zero) o il Diventa un Mito, una modalità dove potremo vivere il calcio in prima persona utilizzando un nostro avatar e comandando solamente lui. Come evidenziato dalla nostra recensione, ciò non è più sufficiente, e serve rinnovare al più presto un comparto che è stantio ormai da troppi anni; non basta applicare piccoli cambiamenti all’interno di tali modalità per competere con EA Sports.

… E le modalità di FIFA
EA Sports che, d’altra parte, ha fatto un grandissimo lavoro per quanto riguarda Fifa 17. Oltre ad aver effettuato grandi lavori sulla Carriera, rendendola più ardua e “realistica” rispetto al passato, la compagnia americana è riuscita a fare ciò che 2K ha tentato, fallendo, circa 365 giorni fa: una vera e propria modalità storia nei videogiochi sportivi. Si, stiamo parlando de “Il Viaggio”: qui, nei panni di Alex Hunter, vivremo la vita di un giovane calciatore che prova a entrare nel professionismo con i suoi alti e i suoi bassi. Passeremo dalla gioia del debutto in campionato sotto 2-1 nei minuti finali alla delusione per una cessione, fino ad arrivare al momento del riscatto e a una degna conclusione per il nostro Hunter. Questo Viaggio, però, è tutt’altro che perfetto. Come abbiamo spiegato nella nostra recensione, il tutto risulterà a volte troppo ripetitivo, e la scelta di includere solamente il campionato Inglese è anche eccessivamente deleteria. EA, però, ha fatto ciò che Konami non ha nemmeno abbozzato: provare a rinnovare per aiutare i giocatori a divertirsi, senza, però, basarsi solo sul feeling con il controller; quello è importante ma, allo stesso tempo, non è l’unica cosa che importa in un titolo calcistico.

 

 

Calcio d’inizio
Un videogioco di calcio, infatti, non lo fanno solamente le modalità che lo circondano. Una delle componenti fondamentali è, senza alcun dubbio, il gameplay e il feeling con il controller in mano. Quest’anno il lavoro delle due case di sviluppo è stato assolutamente fenomenale in quest’ambito.

Un gameplay ampliato
Konami ha preso tutto ciò di buono che era stato fatto lo scorso anno ed ampliato; il gameplay risulta ora molto più lento, e il gioco di squadra sarà fondamentale per riuscire ad arrivare alla rete. Questo grazie al lavoro degli sviluppatori sulla fisica e sull’intelligenza artificiale di avversari e compagni. Per quanto riguarda la prima, abbiamo finalmente contrasti molto realistici che ci permettono di controllare al meglio la fase difensiva; ad esempio, se un giocatore come Sergio Ramos si dovesse scontrare con un attaccante piccolino ma agile, è normale che quest’ultimo abbia la peggio.

E, finalmente, questo accade anche in PES 2017, anche se fin troppo spesso è facile vedere un continuo cambio-possesso a centrocampo con 80 contrasti in due minuti. A questo proposito c’è da fare un piccolo discorso per quanto riguarda il feeling in campo di PES 2017: abbiamo trovato molto irrealistica – e fastidiosa – l’impossibilità di dribblare i giocatori avversari e partire in velocità con atleti che se lo possono permettere, come Messi o banalmente un Niang. Si tratta di una manovra impossibile perché, il dribbling la maggior parte delle volte, fallirà; e, quando si partirà a correre, verremo presto raggiunti anche dal difensore più lento di tutto il gioco. Il gioco ti obbliga, per poter risolvere queste situazioni, a sfruttare i passaggi veloci e gli uno-due, dando così al giocatore la possibilità di liberarsi del marcatore e andare verso la rete.

L’IA dei portieri è decisamente migliorata
Una delle cose che abbiamo più amato di PES 2017, invece, è l’IA dei portieri. Lo scorso anno questo è stato un argomento taboo: gli estremi difensori facevano spesso enormi cappellate, e durante le partite bisognava prendere un pallottoliere per contare quanti gol entravano in rete. Durante le nostre partite con l’ultimo titolo Konami, invece, i numeri 1 si son rivelati reattivi e, finalmente, reali. Non è difficile vedere i portieri compiere autentici miracoli e poi capitolare per un piccolo errore di valutazione; questo è quello che abbiamo sempre voluto vedere in un videogioco di calcio: realismo, non persone invincibili.

 


Per approfondire:
PES 2017
 

Fifa 17, invece, ha preso il gameplay dello scorso anno e, senza stravolgerlo, è riuscito a renderlo molto più realistico rispetto al passato. So che in questo speciale stiamo abusando delle parole “realistico” e “reale” ma parlando dei due titoli calcistici di quest’anno questi sono i termini giusti da usare. Questo perché anche EA Sports ha studiato i feedback dei fan ed elaborato un gameplay molto fisico ma, allo tempo, molto veloce. Tutto ciò è stato possibile grazie al nuovo motore grafico, il Frostbite, che sostituisce l’Ignite da quest’anno. Utilizzato in Battlefield, Star Wars Battlefront e pochi altri titoli della compagnia americana, il Frostbite ha dato la possibilità agli sviluppatori di elaborare un comparto fisico migliore che ha influenzato enormemente il gameplay, ora molto più “fisico” (scusate il gioco di parole) ma, al contrario di PES 2017, non scorretto. Dovremo, quindi, proteggere il pallone dagli attacchi avversari (possibile grazie al nuovo sistema di copertura), ma potremo anche ripartire in velocità con i nostri giocatori più agili con molta facilità proprio come nelle partite visibili in televisione ogni giorno. Non ci sono stati grandi cambiamenti rispetto allo scorso anno per l’IA dei portieri ma, anzi, piccoli miglioramenti che hanno reso le partite a Fifa 17 molto più divertenti rispetto al passato, quando fare gol agli estremi difensori risultava anche fin troppo facile.

 


Per approfondire:
Fifa 17
 

Non ci vogliamo dilungare oltre; se volete maggiori informazioni, vi invito a consultare le recensioni di entrambi i titoli dove il gameplay viene trattato in maniera approfondita, e passiamo avanti. Per noi, su quest’argomento, è un pareggio tra Fifa e PES. Entrambi i sistemi di gioco funzionano alla grande, nonostante i pochi difetti riscontrati, e danno il meglio di loro praticamente in ogni partita, sia contro un utente umano sia contro la CPU.

 

 

Rete in rete
MyClub VS Fifa Ultimate Team
Uno dei punti su cui verte la sfida tra Fifa e PES riguarda il comparto online, grande punto di forza dei due giochi calcistici. Per quanto riguarda il titolo Konami abbiamo un netto miglioramento delle infrastrutture online; i primi giorni su Xbox One abbiamo affrontato qualche problema, mentre, invece, già dopo una settimana la situazione era praticamente perfetta. Oltre alla stabilità di server, però, il nostro giudizio si basa anche sulle modalità che offre PES 2017: le amichevoli e, sopratutto, il MyClub. Quest’ultimo è la copia, quasi identica, del Fifa Ultimate Team che andremo ad analizzare dopo; la formula è vincente ma manca qualche aspetto originale rispetto a quella del titolo Electronic Arts. Certamente il divertimento è simile ma manca quella sfida che, quest’anno, la compagnia americana ha proposto con modalità come FUT Champions o la Sfida Creazione Rose. Siamo sicuri che Konami, il prossimo anno, cercherà di dare battaglia al rivale anche su questo campo, dopo aver sistemato i difetti storici della serie dall’arrivo su Playstation 3 e Xbox 360, e ci sarà da divertirsi nel 2017.

Ne abbiamo già parlato, anche se in breve, ma è giusto approfondire il discorso riguardante Fifa Ultimate Team, modalità ormai principe della serie Fifa. Questa ci vede al comando di una squadra composta aprendo alcuni pacchetti (da qui il termine “spacchettare” tanto in voga tra i giovani oggi) pagati con i crediti guadagnati partita dopo partita, oppure utilizzando soldi veri. Semplificando il concetto: più giochi, più guadagni crediti, più giocatori ti puoi permettere e più vinci. Per evitare questo circolo che stava rischiando di annoiare i fan, sopratutto quelli più accaniti che “spacchettano” quasi tutti i giorni, Electronic Arts ha deciso di introdurre due tipi di sfide: FUT Champions e la Sfida Creazione Rose.

 

 

Tra FUT Champions e SCR
La prima consiste in challenge giornaliere che portano il giocatore a sfidare i più forti utenti di FUT durante il fine settimana, per guadagnare premi ambitissimi come un gran numero di crediti o pacchetti speciali. Le SCR, invece, permettono di sacrificare giocatori minori (come ad esempio l’intera squadra dell’Avellino) per vincere ricompense speciali, anche se minori a FUT Champions. La compagnia americana ha fatto di tutto per sfruttare il grande successo di Ultimate Team e creare un proprio ecosistema, in grado di far restare attaccati giocatori di tutto il mondo al proprio titolo. Questo permette a Fifa di risultare “più vivo” rispetto al rivale che, a causa del solo MyClub, rischia di vedere la propria fanbase stufarsi prima del previsto. Come detto prima avremo di che divertirci nei prossimi mesi, e il 2017 risulta più esplosivo che mai.

 

Il dandy dell’estetica
Una delle poche sicurezze di PES 2017 riguarda il lato grafico: per anni il Fox Engine ha dominato le scene calcistiche sopra il meno quotato Ignite Engine presente nei vari Fifa, almeno fino a questo 2016. Electronic Arts ha deciso, finalmente, di cambiare le carte in tavola e utilizzare il Frostbite, che, per quanto riguarda le prestazioni, è di netto superiore al precedente. Anche una sfida facile, come questa sulla grafica, risulta quindi complicata da giudicare dopo aver visto in azione il titolo Konami e quello Electronic Arts.

I calciatori possono essere riconosciuti anche solo da alcune movenze
Uno dei difetti che abbiamo riscontrato in fase di recensione con PES 2017, ad esempio, riguardava non tanto l’estetica dei giocatori (che è assolutamente magnifica) ma la qualità delle animazioni che, ancora una volta, rimangono legnose sia nei movimenti di corsa che per quanto riguarda la gestione del pallone. È bello poter riconoscere i giocatori anche solo da alcune movenze, ma che gusto c’è se poi, quando hanno il pallone tra i piedi, sembra di comandare personaggi che somigliano a puri robot? E sempre a questo proposito c’è da criticare, per l’ennesima volta, le licenze possedute da Konami. Possiamo passare sopra alla mancanza della licenza della Juventus (esclusiva di Fifa 17) o della maggior parte della Premier League, ma in PES 2017 non è presente nessuna squadra del campionato tedesco. Mentre su PlayStation 4 il tutto è facilmente aggirabile utilizzando un file opzioni, però, non è così per quanto riguarda Xbox One; non si sa se per motivi riguardanti Konami o Microsoft, e in realtà poco ci importa, ma appare scorretta una tale discriminazione verso gli utenti che hanno scelto One rispetto alla console di casa Sony.

Passando a Fifa 17, è impossibile non parlare, tra i grandi pregi del gioco, dell’arrivo del Frostbite Engine, di cui abbiamo dato informazioni poco sopra. Questo ha portato non solo a un miglioramento sul lato grafico (e fidatevi che si sente, le atmosfere negli stadi combattono alla pari con quelle dei palazzetti della serie NBA 2K) ma anche per quanto riguarda la fisica dei contrasti e degli stessi giocatori. Finalmente il pallone è posseduto dal giocatore e non gli è incollato al piede, qualsiasi movimento che è possibile effettuare ha il suo peso nell’azione e non è raro vedere palloni persi in maniera stupida per aver deciso di mandare il nostro calciatore a destra invece che a sinistra. Il Frostbite Engine, però, mostra gli artigli quando si tratta dei modelli delle persone che vediamo tutti i weekend nelle nostre televisioni; è bellissimo vedere il primo piano di un giocatore e poterlo finalmente riconoscere senza dover interpretare strani capelli di colori totalmente diversi. Questo motore grafico, però, presenta qualche problema per quanto riguarda le compenetrazioni durante i contrasti. Nulla di preoccupante, e siamo sicuri che nella prossima edizione di Fifa, se non già con le patch dei prossimi mesi, questo possa essere sistemato. Per quanto riguarda le licenze, invece, Fifa se la cava benissimo: tutti i campionati principali sono completamente licenziati (con la Serie A che perde la licenza completa tenendo solo quella squadra per squadra) e, grazie alla nuova patch, sono presenti anche le nuove grafiche Premier League.

 

 

Triple fischio. Il vincitore è…
Non esiste un vero e proprio vincitore
Dopo aver letto questo fiume di parole, potreste pensare che Fifa abbia surclassato PES e che sia il miglior titolo calcistico della stagione per distacco. Ma non è esattamente così; per quanto il titolo Electronic Arts risulti migliore su alcuni fattori oggettivi (come modalità o reparto online) rispetto alla controparte targata Konami, PES 2017 risulta molto divertente da giocare e in grado di regalare grandi emozioni sia durante le partite contro la CPU che contro giocatori umani. Non è un aspetto da sottovalutare, anzi: quella di quest’anno è una delle migliori edizioni di PES che abbiamo potuto provare negli ultimi anni, segno che forse Konami ha capito che strada percorrere con il proprio titolo simulativo.

Quindi, in definitiva, voi chiederete: “Ma vince Fifa o vince PES“? Be’… Per noi vincono entrambi. Ma, sopratutto, vincono i videogiocatori, che finalmente possono comunque divertirsi senza dover per forza scegliere tra uno dei due.

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