Valve potrebbe essere costretta a pagare più di 2 milioni di dollari in danni per una serie di accuse a danno dei lavoratori, stando a quanto riportato da Polygon nelle ultime ore.

 

Secondo la nota testata internazionale, un ex impiegato di Valve sarebbe stato licenziato “per rappresaglia” dopo aver segnalato al dipartimento delle Risorse Umane alcune manovre illecite dell’azienda, come la scelta di “utilizzare persone interessate nei prodotti Valve per ottenere servizi di traduzione gratuitamente”. Il procedimento legale, inoltre, segnalerebbe alcuni casi di discriminazione transfobica tra le fila dell’azienda, anche da parte dei “piani alti”.

 

I numeri cercati dall’accusa superano i tre milioni di dollari, divisi tra $2.000.000 in danni, $150.000 in stipendi non pagati e $1.000.000 in potenziali perdite economiche. L’azienda ha recentemente negato tutte le accuse nel tentativo di evitare il proseguire della causa, ma gli avvocati dell’accusa sembrano intenzionati a proseguire fino in fondo.

 

Come fa notare VG 24/7, questa non è la prima volta che Valve riceve alcune accuse da parte di traduttori non pagati (Polygon ha linkato una discussione su Reddit, ormai rimossa), ma non resta che aspettare i risvolti futuri della vicenda per un’eventuale sentenza che getti luce sugli eventi.

 

Valve è accusata da alcuni lavoratori di sfruttamento nelle traduzioni e di discriminazione transfobica nei confronti dei lavoratori. Restate sintonizzati per saperne di più!

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