Antonino Lupo

Speciale 10 Videogiochi che vorremmo al Cinema

Chi è appassionato sia di Cinema che di Videogiochi sa bene (o dovrebbe sapere) che il confine tra le due Arti è ormai sempre più sottile, e la seconda è spesso soggetta a forti influenze da parte della prima. I titoli dell’amato/odiato David Cage, ad esempio, sono un forte segnale che qualcosa nel mondo dei videogiochi ha iniziato a cambiare da un pezzo, e una recente rinascita delle Avventure Grafiche (sia nel panorama indipendente che in quello Tripla-A) fa pensare a una sempre maggiore presenza di aspetti tipicamente cinematografici nel mondo dei videogiochi. Tutti noi abbiamo un sogno nel cassetto, quella serie videoludica o quel titolo singolo che ci piacerebbe vedere sul grande schermo; ma quali sono i videogiochi che si prestano maggiormente a un tale processo?

Senza ulteriori indugi, andiamo a vedere i 10 videogiochi che vorremmo al Cinema, così come raccontati dal nostro amato Führer webmaster e dal sottoscritto.

 

10. Wolfenstein
 

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Il fatto che questa lista inizi con Wolfenstein e che Antonino mi abbia paragonato ad Hitler due righe più su è assolutamente casuale.

 

Nazisti, robot e esoterismo: Wolfenstein ha tutte le carte in regola per arrivare al cinema
Ad ogni modo, avendo Hollywood già giocato la carta Doom (con The Rock. Perchè?), non poteva che rivolgersi ad una delle altre due serie della “santissima trinità” di Id Software: abbiamo privilegiato Wolfenstein rispetto a Quake perché, specie nelle sue ultime incarnazioni ludiche, il Capitano Blazkowicz ha dimostrato una profondità ed un’introspezione che nelle mani adatte potrebbe portare sul grande schermo qualcosa di molto più del solito film sui nazisti. Senza comunque rinunciare all’azione e a qualche trovata (in più di un senso) spettacolare, attingendo dall’arsenale di Deathshead per portare in sala una macchina bellica nazista atipica e più interessante. O ancora giocare con l’ossessione per il paranormale delle alte sfere tedesche, sulla falsariga di quanto visto nel recente The Old Blood (evitando però, possibilmente, di inserire nella trama i già troppo inflazionati zombie). Insomma, per quanto Quake avrebbe potuto portare al cinema una pellicola scenograficamente d’impatto e piena di situazioni ed armi assurde, Wolfenstein dovrebbe riuscire a garantire almeno una parte di tutto questo ma riuscendo allo stesso tempo a raccontare una storia che se è vero conosciamo (più o meno) già, grazie alla profondità dei suoi personaggi potrebbe comunque lasciare un segno.

 

Memori dell’ottimo lavoro fatto con Captain America 2: The Winter Soldier la nostra scelta per la cabina di regia ricade su Anthony e Joe Russo: i due fratelli hanno già una certa familiarità col tema, avendo già avuto modo di mettere in scena il conflitto tra S.H.I.E.L.D. e HYDRA, ed il materiale originale sicuramente non manca di spunti interessanti e si presta decisamente bene ad una trasposizione cinematografica, sia che si segua il “nuovo corso” di New Order che andando a cercare spunti nei capitoli più vecchi della saga.

 

9. Rayman
 

Rayman

 

Rayman è una delle creature più ispirate del mondo dei videogiochi
Di Rayman e della mente deviata che ha partorito un uomo senza gomiti e ginocchia abbiamo già avuto modo di parlare nel nostro ultimo speciale sull’Ignoranza Videoludica, ma è innegabile come lo strano coniglietto coi pugni-razzo ed evidenti problemi relazionali sia una delle creature più ispirate del mondo dei videogiochi. Immerso in un universo alternativo dall’atmosfera fatata, Rayman si ritrova spesso ad affrontare delle minacce decisamente più grandi di lui che hanno tentato di distruggere il mondo ben più di una volta; dal malvagio ammiraglio Razorbeard ai Lum Oscuri, la creatura di Michel Ancel ne ha viste di cotte e di crude, e non sarebbe affatto difficile trasportare le sue gesta sul grande schermo all’interno, ad esempio, di un film di animazione in computer grafica.

 

Per fare un esempio, lo humour spesso ambiguo di Rayman e dei suoi compagni di avventura (primo fra tutti quell’ammasso di Ignoranza che è Globox) ben si presterebbe a un’avventura animata ad opera di DreamWorks SKG, casa di produzione americana ben nota ai fan dei film di animazione che non sempre si tiene nel politicamente corretto, e che – inutile dirlo – è responsabile di piccoli capolavori come la serie Shrek.

 

8. Kirby
 

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Un film d’animazione con protagonista Kirby sarebbe a dir poco imperdibile per gli appassionati
Non bussare alla porta di Nintendo stilando un articolo come questo sarebbe stata praticamente Lesa Maestà: posto che, con risultati disastrosi (tipo distruggere la carriera di Bob Hoskins? Si, tipo), Mario e Luigi hanno già tentato il passaggio su grande schermo con un’inedita rilettura in chiave cyberpunk delle avventure dei due idraulici, abbiamo rivolto le nostre attenzioni alla creatura di HAL Laboratory e Mashiro Sakurai. Vorremmo Kirby al cinema con magari una pellicola “di origini” che metta (finalmente) in luce la genesi del personaggio, tema già toccato (ma di sfuggita) dalla serie animata dedicata al personaggio. Anche in questo caso il materiale originale, specie per quanto riguarda antagonisti e comprimari, abbonda, e sfruttando i tanti nemici (secondari o boss) comparsi nei vari titoli della saga e i due amici/nemici del mostriciattolo Meta Knight e King Dedede, sulla carta è più che in grado di sostenere il peso di una trasposizione, a patto però di entrare nell’ottica di andare a vedere una pellicola non troppo impegnata e che va a porre l’accento sulla realizzazione tecnica del prodotto.

 

Per questi motivi come per il già citato Rayman la strategia migliore ci sembra quella di realizzare un film di animazione, questa volta però mettendo il pallino del gioco nelle mani di Pixar: lo studio di Disney, come si capisce già ad una rapida occhiata dal suo curriculum, è senza dubbio all’altezza della sfida e potrebbe davvero realizzare il Kirby più bello e “vivo” che mai dal punto di vista delle animazioni, riuscendo anche, come già fatto in passato, a trattare temi più impegnati con un approccio (e attraverso un mezzo) che al primo impatto sembra rivolgersi soprattutto ai più piccoli. Per tutti questi motivi una trasposizione in salsa Pixar di Kirby’s Adventure, magari con un team-up finale di Kirby e Meta Knight contro il Mago Incubo, ci sembra una suggestione a cui è davvero difficile dire di no.

 

7. Amnesia
 

Amnesia The Dark Descent

 

Suvvia, credevate che avremmo snobbato il genere Horror?

Amnesia è una riflessione sulla psiche umana e sulle sue debolezze
Be’, ad essere sinceri stavamo per farlo, poi a uno di noi due è venuta la splendida idea di prendere ispirazione dalla sua libreria su Steam. Amnesia: The Dark Descent è uno di quei titoli che lottano con unghie e denti per tentare di definire un genere, e per certi versi riescono anche nell’impresa: mischiando un grandioso insieme di occulto, angoscia, grottesco (parecchio grottesco) e ambientazioni dal retrogusto Ottocentesco, il titolo dei Frictional Games ha portato il genere degli Horror in Prima Persona alla ribalta dopo quella che sembrava essere una lenta caduta nel dimenticatoio. Mostri antropomorfi e follia sono la parola d’ordine dell’inquietante capolavoro degli sviluppatori di Penumbra, ma Amnesia è anche parecchio bravo a dimostrare come non sia necessario vedere un mostro per averne paura; a volte, bastano un paio di spruzzi d’acqua o dei semplici versi animaleschi e soprannaturali.

 

Se dovessimo affidare un’impresa del genere a un regista, la scelta sarebbe veramente ampia: Neil Marshall (che, guarda caso, ha già realizzato un film dal nome “The Descent”) e John Carpenter (regista de “La Cosa”) sono soltanto alcuni dei nomi che vengono in mente quando si pensa al genere Horror, ma, dato il recentissimo Crimson Peak (caratterizzato da ambientazioni del tutto simili), perché non dare fiducia anche al buon Guillermo Del Toro? E chi ha detto che un buon Horror debba fare soltanto paura? Nelle mani di un buon regista, un film dedicato ad Amnesia potrebbe senza dubbio splendere di luce propria, dando più di un motivo per riflettere sulla psiche umana e sulle sue temibili debolezze.

 

6. The Stanley Parable
 

The Stanley Parable

 

E Stanley si arrestò nuovamente. «Adesso basta!», urlò, ricordando un vecchio articolo e una non-troppo-vecchia recensione; «Questa è già la terza volta che parlano di me su questo sito!»

Stanley si sentì invadere dalla rabbia e da un fastidio che non aveva mai provato per altro essere umano. Possibile che siano così poco originali?, si chiese, tra sé e sé. E, tuttavia, gli sorse un dubbio: e se non fosse così? Se gli autori avessero voluto fargli credere di essere poco originali? Se avessero voluto stuzzicarlo, farlo arrabbiare semplicemente per poter giocare con lui?

Se hai letto la recensione sai già cosa voglio dirti. Forza, torna a leggere il testo.
Stanley, colto dal dubbio, sentì la morsa del dubbio e della psicologia inversa attanagliargli le meningi, quasi a non volergli lasciar scampo. Sembrava che, questa volta, i redattori di quello splendido sito volessero mandarlo direttamente sul grande schermo. Lui, Stanley, un umile impiegato d’ufficio, sul grande schermo! Sarebbe diventato famoso, avrebbe avuto onore e gloria, non sarebbe più stato un semplice impiegato d’ufficio che sentiva voci nella sua testa a guidarlo e dirgli cosa fare. Anche adesso, mentre leggeva, sentiva quella fastidiosissima voce che lo accompagnava quando era da solo, quando leggeva un libro, quando pensava a qualcosa; e non aveva idea di che voce fosse, perché non l’aveva mai sentita. Era la sua? Era di qualcun altro? Come poteva saperlo?

 

Su di lui, un bravo regista avrebbe potuto realizzare un ottimo film distopico, in grado di bucare più e più volte la quarta parete e di spezzare la distanza tra lo schermo e il pubblico. Ma Stanley questo non lo sapeva, Stanley lo aveva letto in quel preciso istante e aveva capito che, effettivamente, sì, poteva essere possibile. E glielo aveva detto quella voce fastidiosa, quella che non era mai riuscito a sentire. Forse non era così cattiva, dopotutto; ma, ancora, come poteva saperlo se non l’aveva mai sentita con le sue orecchie?

 

Oh, ecco una scritta in grassetto. Forse stava per leggere qualcosa di importante. Quale regista avrebbe mai potuto prendere in carica la storia di Stanley? L’uomo scorse nella sua mente tutti i nomi dei registi distopici più conosciuti, ma all’improvviso la voce gliene suggerì uno: John Carpenter, noto per 1987: Fuga da New YorkEssi Vivono, o i fratelli Wachowski, responsabili di capolavori visivi come Jupiter: Il Destino dell’Universo o di vere e proprie pietre miliari del Cinema distopico come Matrix. I suoi occhi si illuminarono quando la voce gli suggerì il primo nome: non l’aveva già sentito?

Oh, sì! Era già stato citato per il film di Amnesia, qualche minuto prima. Stanley si sentì onorato di poter essere il potenziale prodotto di una mente così geniale.

Ma, poi, Stanley rifletté; in fondo, era soltanto un umile impiegato d’ufficio. Perché qualcuno avrebbe dovuto interessarsi a lui? Forse un film del genere non sarebbe mai stato nemmeno approvato, figurarsi proiettato nelle sale.

Deluso, Stanley continuò a leggere la lista di ILoveVideogames, contento, se non altro, di essere apparso un’altra volta tra le pagine del sito.

 

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