Salve a tutti! Probabilmente se siete arrivati qui è stato solo grazie alla parola “Deadpool” nel titolo (oppure vi devo dei soldi e state controllando tutti i miei movimenti), ma l’importante è che abbiate aperto questa pagina. Facciamola semplice. Cosa intendo con “Deadpool può dare il buon esempio”? Intendo che qualsiasi trasposizione da fumetto a film a videogioco (mescolate pure i fattori che tanto il risultato non cambia) debba essere fatta come visto sino ad ora nelle produzioni legate al mercenario chiacchierone. Ma andiamo per gradi.

DEADPOOL: IL FUMETTO
L’ABC sul personaggio. Su le mani per chi ne segue le avventure cartacee!
Wade Wilson (a.k.a. Deadpool) è comparso per la prima volta in “New Mutants” n.98 del febbraio 1991 (esattamente 25 anni fa) e sin da subito è riuscito a ritagliarsi una parte nel cuore dei lettori di fumetti Marvel. Ma come ha fatto? Quali sono le caratteristiche che lo hanno reso amato da gran parte della gente? Beh, in verità, è un perfetto mix di cose: il costume dal design simile a Spider-Man (il personaggio più amato di sempre), tante (ma tante davvero) armi, una volgarità sopra la media per gli altri personaggi Marvel, la battuta sempre pronta, il sapere di far parte di un fumetto (sfondando la quarta parete) e, a mio parere l’elemento più importante, l’essere la versione estremizzata di un nerd amante di fumetti, videogames, serie tv, musica pop e qualsiasi altro elemento della “cultura” popolare. Solo chi segue il maggior numero possibile di queste cose, infatti, potrà apprezzare appieno le continue battute di Deadpool su tutto lo scibile multimediale, rendendo il personaggio “di nicchia” per alcuni versi.

 

DEADPOOL: IL GIOCO
E qui arriviamo al punto centrale dell’articolo: Come deve essere trasposto un media in un altro?

Correva l’anno 2013 quando gli sviluppatori di High Moon Studios pubblicarono il primo gioco dedicato al Mercenario Chiacchierone. Certo, prima c’erano state numerose comparse, ma finalmente Deadpool poteva avere un videogame tutto suo. Ovviamente se non avete letto le nostre recensioni (qui quella PlayStation 3 e qui quella PlayStation 4) vedete di porre rimedio tipo subito. Comunque: cosa funzionava e cosa no nella versione videoludica del personaggio Marvel? Beh, a parte qualche calo di frame (soprattutto nel finale) e un gameplay non al top per il genere action, Deadpool: The Game è una trasposizione praticamente perfetta (e qui arriviamo al punto centrale dell’articolo). Come deve essere trasposto un media in un altro? Quando, ad esempio, un personaggio dei fumetti arriva al cinema, quanto si possono modificare le sue origini e la sua storia? Quando si porta in versione videoludica una trama legata ad un personaggio già esistente, quanto si può osare? SPOILER ON – Mi chiedo, ad esempio: secondo voi è stato giusto uccidere il Joker in Batman: Arkham City? I ragazzi di Rocksteady non si sono spinti troppo in là, andando a modificare in modo sostanziale l’evoluzione di un personaggio? Personalmente la risposta è “NO”, ma vorrei, come sempre, sapere anche la vostra opinione. SPOILER OFF Perché il gioco di Deadpool è perfetto da questo punto di vista? La risposta è semplice: perché non è una trasposizione. O meglio, è vero che si tratta di un media differente rispetto al fumetto, ma giocare alla campagna del titolo High Moon Studios è come leggere il miglior capitolo della serie del mercenario vestito di rosso. Niente dettagli sulle origini, niente aggiunte sostanziali alla continuity e, soprattutto, l’utilizzo del media come “asso nella manica” per coinvolgere l’utente. Deadpool sa di essere in un videogioco e tutta la trama (con un sacco di battute) derivano proprio da questa caratteristica, rendendo, in un certo senso, il “videogioco” il vero protagonista. Personalmente ritengo che non sia da tutti riuscire nell’intento di individuare le caratteristiche di un personaggio, crearci sopra una storia che funzioni (alla grande) e applicarla ad un media totalmente differente, con altre caratteristiche e un altro target (fan del personaggio esclusi). Perché se il videogame di Batman è “solo” una storia dove si impersona una versione alternativa dell’Uomo Pipistrello, il videogame di Deadpool è il fumetto reso giocabile. PS: nessun titolo Rocksteady è stato maltrattato durante la scrittura di questo articolo. Lo prendo come esempio proprio perché, personalmente, ritengo sia, Deadpool escluso, la miglior produzione videoludica tratta da un fumetto.

 

DEADPOOL: THE MOVIE
Ancora una volta noi possiamo avvicinarci al personaggio di Deadpool da un media differente e trovarci completamente a nostro agio e, allo stesso tempo, rimanere sorpresi.
E visto che noi di I Love Videogames non ci facciamo mancare niente, ecco anche un discorso sulla versione cinematografica di Deadpool. Com’è il film? Posso tranquillamente dire, alla mia quinta visione in cinque giorni, che si tratti della miglior trasposizione di un personaggio dei fumetti mai fatta. Già vi sento! “Eh, ma cosa stai dicendo?”, “Guardiani della Galassia è meglio!”, “Winter Soldier è meglio!”, “Man of Steel è meglio!” (Ahahahahahahahaha), “Ma i Batman di Nolan sono più belli!” (Ahahahahahahahahahahahahahahah x 10). Cazzate. Seguite il mio ragionamento: stiamo parlando di una trasposizione, in questo caso cinematografica, di un personaggio proveniente da un altro media, in questo caso fumettistico. Le domande che ci siamo fatti nel paragrafo precedente rimangono ancora valide e quindi: quanto si può cambiare di una storia per rimanere dentro il concetto di “trasposizione”? Oggettivamente il film di Deadpool non è il miglior film tratto da un fumetto (soggettivamente lo è, ma lì si rientra nei gusti personali), ma è sicuramente la miglior trasposizione. Prendiamo gli esempi riportati sopra. Guardiani della Galassia e Winter Soldier (rispettivamente al secondo e al terzo posto nella mia classifica personale) sono dei film praticamente perfetti, ma hanno delle sostanziali differenze rispetto al fumetto. Se Winter Soldier ricorda in modo marcato il ciclo di Ed Brubaker di Capitan America (recuperatelo, cazzo), è altrettanto vero che il Marvel Cinematic Universe ha preso strade differenti rispetto ai comics di riferimento facendo deviare inevitabilmente i vari personaggi. Con questo non voglio dire che siano “peggiori”, ma semplicemente che siano “diversi”. Discorso ancora più accentuato con Guardiani della Galassia che, per quanto si tratti di un capolavoro, è ben distante dalla versione a fumetti (non presentando, tra l’altro, neanche la formazione originale). L’antagonista (Ronan) è completamente differente (in peggio) rispetto a quello dei fumetti e alcuni personaggi sembrano avere solamente il nome in comune rispetto alle controparti originali (Drax su tutti). Questo fa dei Guardiani un brutto film? Certo che no. Lo rende una trasposizione fedele? Altrettanto “no”. Non mi voglio nemmeno avventurare in diatribe su Man of Steel (ho ancora il cuore a pezzi dopo il divario tra i magnifici trailer e il film di Dragon Ball targato DC Comics), ma ci tengo a marcare una cosa: i film di Nolan non sono film di Batman. Non voglio essere quello che impedisce ai fan di Nolan di toccarsi dopo ogni suo film, ma voglio essere quello che ferma subito qualsiasi persona “esperta” di fumetti che mi viene a dire “Eh, ma la trilogia di Nolan è fedele al fumetto”. No. No. No. E no. Togliendo due dettagli sulle origini e sostituendo i nomi dei personaggi con altri totalmente random, i film di Nolan rimarrebbero comunque in piedi, senza perdere nulla del proprio fascino. Ma siamo sicuri sia così che si fa una trasposizione? Un protagonista con un carattere diverso, la mancanza di una parte fondamentale del personaggio (l’aspetto da “detective”), degli antagonisti traviati rispetto alle versioni originali (il Joker su tutti) e un’atmosfera troppo legata alle precedenti pellicole del regista e non a quelle del fumetto di riferimento sono solo alcuni punti che fanno capire come la trilogia di Nolan sia una tra le peggiori trasposizioni mai fatte. E lo dice uno che i due film (il terzo è una merda, quindi no) li ha amati e non poco. Cosa fa Deadpool, invece? Prende il personaggio del fumetto e fa ctrl+C/ctrl+V per metterlo nel film. Ancora una volta noi possiamo avvicinarci al personaggio di Deadpool da un media differente e trovarci completamente a nostro agio e, allo stesso tempo, rimanere sorpresi. Certo, alcune cose delle origini sono cambiate (poca roba, in verità), ma quello che vediamo seduti in sala è il Deadpool dei fumetti, con le sue battute su tutto il mondo nerd, con la sua violenza e con la sua volgarità. Ancora di più rispetto al videogame, inoltre, questa incarnazione di Wade Wilson riesce a conquistare sia coloro che seguono dal ‘91 le vicende del personaggio che, miracolosamente, anche chi non ha mai sentito nulla riguardo al personaggio Marvel e ha deciso di andare al cinema attirato dal pessimo slogan “Deadpool: il supereroe per adulti”.

Ecco perché ritengo che Deadpool possa dare il buon esempio. Ovviamente mi rendo conto di come la rottura della quarta parete renda la trasposizione molto più semplice rispetto ad un “normale” film o videogioco, ma questo non toglie che il Mercenario Chiacchierone possa vantarsi di aver ottenuto il miglior trattamento possibile. E conoscendolo, Wade se ne vanterà per un bel po’ (campando almeno fino a 102 anni, per poi morire come la città di Detroit). E #Amemipare sia cosa buona e giusta.

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