Il CTO e proprietario di BluepointMarco Thrush, ha discusso con la Digital Foundry di Eurogamer tutte le sfide affrontate durante il processo di Remastering della trilogia di Uncharted su PlayStation 4.

 

Bluepoint ha dovuto creare una serie di nuovi “assets”, ma ha anche dovuto ripercorrere tutti i punti fermi di Naughty Dog per vedere se qualcuno aveva bisogno di qualche miglioramento. L’obiettivo principale del team di sviluppo è stato quello di far provare al giocatore “gli stessi sentimenti” della prima volta in cui hanno giocato la trilogia, in qualunque ordine si affrontino all’interno della Nathan Drake Collection.

 

uncharted the nathan drake collection

 

Stando a Bluepoint, lo sviluppo è iniziato appena dopo il rilascio di The Last Of Us Remastered a Giugno 2014, con 15 mesi di sviluppo da parte di un team con un massimo di 48 persone. Com’è ovvio, Bluepoint si è mantenuta in stretto contatto con Sony e Naughty Dog, dichiarando inoltre di aver ricevuto un feedback positivo da parte di Evan Wells per aver migliorato il sistema di lancio delle granate nel primo Uncharted: Drake’s Fortune. La sensibilità della mira, inoltre, ha raggiunto delle vette mai toccate dalla versione PS3, permettendo una precisione ancora maggiore durante le sparatorie.

 

Ovviamente, è stato Uncharted: Drake’s Fortune a vedere il maggior numero di cambiamenti, poiché si tratta del titolo più vecchio (rilasciato nel 2007). Tra i cambiamenti introdotti da Bluepoint si fanno notare degli aggiustamenti per “mira assistita, cambio copertura, cambio armi, lancio granate, incremento dell’area per il raccoglimento degli oggetti e incremento dell’area delle collisioni sulla testa dei nemici”. In quest’ultimo caso, Bluepoint ha dichiarato di aver voluto rendere i colpi alla testa più “giusti” e più soddisfacenti da eseguire.

 

Infine, riferendosi alla sfida generale del remastering, Bluepoint ha dichiarato quanto segue:

 

Credo che la sfida maggiore sia stata prendere sei anni dei contenuti e codici di Naughty Dog e farli funzionare su PS4, poi migliorare tutte quelle cose cercando di aggiungerne di nuove – quindi, in poche parole, semplicemente “tutto”. La sfida successivamente più difficile, probabilmente, riguardava il modo in cui dovevamo renderizzare nuovamente tutte le scene filmate (basandoci su dati d’archivio) per farle sembrare molto simili a quelle viste su PS3.

 

Potrete trovare l’intervista completa su Eurogamer. Nel frattempo, per chi non lo sapesse, Uncharted: The Nathan Drake Collection è già disponibile per l’acquisto per tutti gli utenti PlayStation 4.

 

Bluepoint parla delle sfide affrontate nel corso dello sviluppo di Uncharted: The Nathan Drake Collection, in merito sia alla grafica sia al gameplay.

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